Incontri ravvicinati del 4° tipo: L’Industry 4.0 e il Fashion

Incontri ravvicinati del 4° tipo: L’Industry 4.0 e il Fashion

Oggi stiamo scoprendo una nuova generazione di consumatori. Sono giovani e vivaci, intelligenti e istruiti. Sono la generazione più pagata della storia. Non solo i millennials hanno ridefinito i canoni di spesa, ma le loro possibilità economiche hanno dato vita alla nuova filosofia di pensiero e consumo “see now, buy now” -“vedi ora, compra ora”. In un certo senso, le esigenze immediate dei consumatori millennials hanno cambiato il modo in cui si acquistano prodotti, servizi e, soprattutto, capi di abbigliamento.

Il consumatore millennial ha raggiunto questo stadio grazie anche a un piccolo aiuto da parte delle tecnologie emergenti. L’arrivo dell’ Industry 4.0, la quarta rivoluzione industriale, ha decuplicato le industrie globali, costruendo ponti, assemblando automobili o fabbricando tessuti. L’Industry 4.0, o produzione intelligente (dall’inglese, smart manufacturing), definisce la crescente tendenza all’automazione e allo scambio di dati in una vasta gamma di settori verticali. La quarta rivoluzione industriale ha anche portato l’innovazione nel settore della moda, infatti non solo ha trasformato il modo in cui designer, produttori e rivenditori operano nel mercato, ma il successo senza precedenti del settore 4.0 è dovuto, in parte, a come vengono gestite le nuove tendenze e al modo in cui le richieste dei consumatori vengono soddisfatte.

Aria di cambiamento

L’industria della moda ha apertamente supportato l’Industria 4.0, così come è stata ricettiva alla trasformazione digitale . Una delle implementazioni chiave è stata l’adozione di soluzioni software di progettazione digitale 2D e 3D. Nonostante una prima trepidazione iniziale, i grandi brand del commercio al dettaglio si sono progressivamente resi conto che la produzione intelligente avrebbe offerto loro molti più vantaggi che sfide, per non parlare delle enormi opportunità di crescita e redditività.

Per l’industria manifatturiera tessile e dell’abbigliamento, nulla è più critico della produttività e dell’accelerazione della catena di approvvigionamento. Uno dei principali vantaggi della fabbrica intelligente (dall’inglese smart factory) è che permette ai produttori di ottenere una visione in tempo reale dei loro processi – dal design alle linee produttive, fino agli scaffali del rivenditore. L’accesso ai dati in real time porta a una maggiore flessibilità operativa e trasparenza della catena di approvvigionamento, offrendo la possibilità di studiarne la previsione, la pianificazione e il controllo.

Un altro bisogno essenziale per il settore dalla produzione di massa sta nel risparmio di tempo, costi e risorse. La tecnologia Industry 4.0, tra cui l’ IoT industriale, coniuga il lavoro dell’uomo e quello delle macchine, e poi ancora collega il lavoro tra le macchine stesse, consentendo ai produttori di ottenere sempre più controllo, accelerare il processo di produzione e gestire i problemi di produzione in tempo reale. Da non dimenticare che i brand di moda globali devono affrontare la crescente esigenza di capi personalizzati su richiesta. La fabbrica intelligente, in cui la produzione è completamente automatizzata, consente ai rivenditori di modificare i processi di produzione in tempo reale e persino di modificare disegni e modelli, per tenere il passo con le ultime tendenze e soddisfare i consumatori più esigenti. Un ultimo vantaggio della fabbrica intelligente consiste nell’agevolazione della la comunicazione lungo tutta la catena di fornitura, collegando i designer ai produttori e i produttori ai rivenditori, il che si traduce in un processo decisionale più rapido e più informato e in un time to market decisamente più breve.

L’ABC dell’Industry 4.0

Secondo un recente rapporto del settore, gli investimenti nella produzione intelligente potrebbero alimentare una crescita della produttività di oltre il 27% nei prossimi cinque anni. Ma per concretizzare questa crescita, l’industria della moda ha bisogno di sfruttare l’offerta dell’ Industry 4.0. Per rimanere competitivi, marchi leader e case di moda più piccole dovranno educare la propria forza lavoro su come digitalizzare e automatizzare i processi.Per comprendere la portata dell’Industry 4.0, è prima necessario comprenderne a pieno il potenziale; questo significa mappare la sua offerta che include l’Internet of Things (IoT), la Realtà virtuale (VR), la Reraltà Aumentata (AR dall’inglese Augmented Reality), l’Intelligenza artificiale (AI dall’inglese Artificial Intelligence) e la Blockchain. Queste tecnologie emergenti, implementate come soluzioni standalone o combinate, sono alla base dell’Industry 4.0, con IoT in cima al gruppo. L’IoT è un sistema di dispositivi informatici, macchine, oggetti o persone interconnessi tra loro che possono trasferire dati su una rete senza richiedere l’interazione uomo-uomo o uomo-computer. Nel settore della moda, l’IoT ha aiutato a potenziare i processi di produzione, ad esempio, utilizzando sensori per tracciare le materie prime mentre vengono elaborate, compresa la quantità e la posizione. Con dati IoT così precisi, gli alert sono generati automaticamente ogni volta che un tessuto si muove lungo la catena di montaggio e anche quando il prodotto finito viene caricato su un camion, il tutto senza l’impiego di manodopera.

Stiamo parlando di vere e proprie tecnologie disruptive, come la realtà virtuale e l’AR, che stanno conquistando il settore della moda, con vantaggi sia per i consumatori sempre più digitali, sia per i rivenditori, che ora hanno gli strumenti per generare simulazioni di negozi virtuali. L’uso della VR, ad esempio, offre ai consumatori la possibilità di  godere di un’esperienza di acquisto digitale, come la campionatura di centinaia di indumenti virtuali in pochi minuti prima di effettuare un acquisto grazie all’ambiente simulato. Stando ai retailer, varie aziende, tra cui InContext Solutions che ha sviluppato la soluzione ShopperMX basata sulla realtà virtuale (VR), danno loro la possibilità di sperimentare tramite insegne, display e layout il prodotto, risparmiando sui tempi e sulle risorse necessari per costruire e testare queste funzionalità nel mondo fisico. La portata dell’innovazione tecnologica non si ferma qui, anzi… siamo solo all’inizio. La realtà aumentata (AR) ha già raggiunto la passerella. Durante la settimana della moda di Parigi nel 2016, una sfilata di AR ha permesso al pubblico di scansionare i modelli usando un’app per smartphone dedicata a svelare tutti i design nascosti.

Insieme a VR e AR, esiste anche un altro acronimo molto popolare ovvero AI, l’intelligenza artificiale o apprendimento automatico, in cui i sistemi informatici possono eseguire funzioni che di solito richiedono l’intelligenza umana. Recentemente l’intelligenza artificiale (AI) ha assunto una serie di ruoli legati alla moda, come ad esempio la/il personal shopper, la modella e persino il ruolo di stilista di moda. Gigante globale del retail online, Amazon, ad esempio, ha iniziato a utilizzare l’intelligenza artificiale per progettare vestiti, sviluppando un algoritmo che apprende un particolare trend di moda dalle immagini, quindi genera nuovi stili simili partendo da zero. Sempre più popolare e conosciuta in tutto il settore è Sofie Hackford, un guru della moda AI, la quale prevede che le applicazioni che eseguono attività automatizzate come l’intelligenza artificiale e i bot diventeranno essenziali per soddisfare le esigenze del settore. Secondo Hackford, “Il bot rappresenterà presto l’industria della moda, il nostro avatar che negozierà per conto nostro. Ci rappresenterà nel mondo al punto tale che i brand si rivolgereanno direttamente a quest ultimo, piuttosto che a noi “.Stimata come l’ultima tecnologia approdata sul mercato delle tecnologie emergenti dell’Industry 4.0, è la blockchain, una sorta di database condiviso che aggiorna automaticamente le informazioni su un’intera rete, senza la necessità di un intermediario centrale. Oltre a integrare IoT, AR, VR e AI nei processi operativi, i retailer della moda ora utilizzano app blockchain per la supply chain e la gestione dell’inventario, ad esempio per tracciare le spedizioni di materie prime dalla fonte alla fabbrica e quindi tracciare il prodotto finito attraverso la sua intera catena di distribuzione, fino al consumatore. Il termine Blockchain viene anche utilizzato nelle campagne di marketing del settore. Nel 2017, la designer londinese Martine Jarlgaard ha utilizzato un’app blockchain per produrre capi con “etichette intelligenti” dando ai consumatori la possibilità di scansionare e visualizzare ogni fase del processo di produzione, dalla materia prima al prodotto finito, in modo da sapere esattamente come e dove sono stati realizzati i loro vestiti.

La strada meno battuta

Con così tanta tecnologia, è sorprendente che stilisti, produttori e riventitori possano fare scelte sensate, e tanto più decidere come queste tecnologie, o forse tutte, combinate, renderle più competitive, più produttive, e più redditizie. Lo storico pubblicitario, Jay Chiat, le cui premiate campagne di branding hanno incluso Nike, Reebok e il famoso Energizer Bunny, ha dichiarato: “La tecnologia è la moda degli anni ’90. Colpisce tutti, e tutti ne sono interessati, sia per paura di restare indietro, sia per un reale bisogno”

L’adozione della tecnologia nel settore della moda è ancora in corso d’opera. Si pensi ad esempio al talentuoso designer ancora piegato sul tavolo da disegno nel suo piccolo atelier a conduzione familiare. Una cosa è certa, l’industria della moda globale, valutata per 3.000 miliardi di dollari, è pronta al cambiamento. E sono queste, e molte altre ancora, le tecnologie emergenti che guideranno il cambiamento, a sostegno della trasformazione digitale di tutto il settore.

Rotem Taitler

Rotem Taitler

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